PREMESSA
L’inchiesta portata avanti da De Magistris probabilmente tocca quello che a nostro parere è il problema più grosso del nostro stato, da decenni: i rapporti tra criminalità organizzata, politica e finanza. Pochi si ricordano dell’inchiesta che nel 1992 Cordova fece sulla massoneria calabrese. E pochi hanno notato le similitudini con l’attuale inchiesta di De Magistris. Vale la pena di ricordarle. Prima però segnaliamo che oggi tutte queste inchieste – ma molto altro ancora – sono raccontate in un libro, Fratelli d’Italia, di Ferruccio Pinotti. Il libro è grande, 800 pagine circa. E’ ben documentato, e contiene anche interviste ad alcuni Gran maestri di diversi Riti. Ma da esso è possibile ricavare alcuni punti fermi che possono essere oggetto di approfondimento. Analizzare il sistema massonico, e capire tutte le implicazioni che comporta questa istituzione, le interferenza con la società, con la giustizia, ecc., è una cosa impossibile da fare nelle poche righe di un articolo di un blog. Sarebbe un po’ come voler spiegare il funzionamento del mondo in poche righe. Il nostro scopo quindi è solo fornire alcuni spunti di riflessione per permettere poi un ulteriore approfondimento a chi lo vorrà fare, rimandando ad altri libri o testi. Evidenziando, in particolare, quei punti che vengono di solito trascurati quando si parla di massoneria, che sono importanti per capire realmente il sistema nel suo insieme.
ALCUNI DATI
In massoneria sono iscritte in Italia circa 50.000 persone, tra iscritti ufficiali e non ufficiali (c.d. all’orecchio perché il loro nome non compare nelle liste ufficiali). Questo numero immenso di persone è costituito prevalentemente da militari, imprenditori, professionisti, docenti universitari, politici. In altre parole buona parte dell’inteligencia italiana e delle persone che ricoprono incarichi di potere. Tra questi ricordiamo come legati direttamente o indirettamente alla massoneria, Cossiga, Andreotti, Prodi, Berlusconi, De Benedetti, molti componenti legati alla famiglia Agnelli, Vittorio Valletta (dirigente Fiat per molti anni, l’uomo che ha portato la nostra fabbrica al successo degli anni d’oro), i governatori della Banca d’Italia Fazio, Ciampi, Carli, l’ex presidente di Mediobanca Cuccia, l’ex presidente del senato Marcello Pera, ma anche molti cardinali, vescovi, il Preside della facoltà di beni culturali di Bologna Panaino, ecc… In particolare il mondo bancario, finanziario e imprenditoriale ha legami fortissimi con la massoneria. Oltre ai già citati Agnelli, De Benedetti, e molti presidenti della Banca d’Italia, troviamo Volpi, Joel, Toeplitz, Stringher, Caltagirone, De Bustis (che apparterrebbe agli illuminati, secondo il libro di Pinotti), secondo alcune voci Consorte, Fiorani e tanti altri. D’altronde, per capire i buoni rapporti tra massoneria e cariche ufficiali dello stato, basti pensare che Prodi alla riunione di apertura del GOI (Grande oriente d’Italia) ha mandato un messaggio di augurio e benvenuto, di cui vale la pena riportare il testo: “La repubblica e il Governo vi salutano, la Repubblica si riconosce nei valori della massoneria”. Il saluto è stato portato dal sottosegretario alle politiche giovanili De Paoli. Mentre l’ex Presidente della Corte Costituzionale e della RAI Baldassarre ha presenziato di recente ad una riunione del GOI, intervenendo sul tema della tripartizione dei poteri dello stato. In altre parole: i legami tra alte cariche dello stato e massoneria sono fortissimi ed indiscussi. Sono poco pubblicizzati e poco dichiarati, questo si. Ma sono ufficiali. Nulla di strano in ciò. Basti ricordare che il primo parlamento dell’Italia unita era composta in gran parte da massoni come Crispi, Depretis, Zanardelli. Ogni tanto poi spuntano collegamenti con la massoneria deviata, addirittura da personaggi insospettabili. Pannella infatti tentò di candidare nelle sue liste nientemeno che Licio Gelli, il capo della famigerata P2 al fine, si presume, di fargli avere l’immunità parlamentare. Ma la sua spiegazione ufficiale fu che lo candidava perché in cambio Gelli prometteva di rivelargli i suoi segreti. Una spiegazione delirante, che Pannella dette addirittura in commissione parlamentare. Ma che dimostra come il potere politico vada a braccetto in tranquillità con personaggi che hanno cospirato contro lo stato, e commissionato delitti di ogni tipo, stragi comprese, fino a portarli dentro al parlamento.
LA MASSONERIA COME ISTITUZIONE MONDIALE
La massoneria è un fenomeno mondiale, organizzato cioè su scala mondiale. Il vertice del Grande Oriente, in tutto il mondo, si trova nella corona inglese. Sono appartenuti alla massoneria quasi tutti i Presidenti degli Stati Uniti, e personaggi come Gheddafi e Arafat, presidenti Francesi, Re Del Belgio, di Olanda, e via discorrendo. Ovverosia i vertici del mondo. E’ una creazione della massoneria – come, perché, e in che misura, sarebbe un problema tutto da studiare e approfondire – l’ONU, ma anche la Croce Rossa , il WWF (il cui presidente è Filippo Di Edimburgo). Fu una creazione massonica il cosiddetto gruppo Bilderberg, e lo fu anche la cosiddetta commissione Trilaterale. Per capire il problema che potenzialmente può crearsi, in virtù di questa fratellanza tra esponenti di spicco di ogni parte del mondo, si cita spesso l’episodio del Britannia, del 1992; in quell’anno, sul Piroscafo Britannia, della Corona inglese, si riunirono alcuni vertici della finanza e della politica mondiale, tra cui Draghi e Prodi e si decise che sarebbero state privatizzate alcune aziende italiane. Passarono in mani straniere dopo questa riunione la Buitoni , la Invernizzi , Locatelli, Ferrarelle, ecc… Inoltre in quell’occasione, stando a quello che riportano alcuni storici e giornalisti, pare – ma il condizionale è d’obbligo – che si decidesse l’affossamento della lira che infatti avvenne negli anni seguenti, ove la nostra moneta conobbe una svalutazione senza precedenti (fine della svalutazione era quella di far acquistare le nostre aziende ad acquirenti stranieri, per un prezzo irrisorio). Si spiega probabilmente così – in virtù del legame massonico mondiale – la presenza della Banca d’Inghilterra (i cui vertici sono nominati dalla Corona Inglese) nella BCE con il 17 per cento delle quote (nonostante non sia un paese dell’area Euro); e si spiega così perché molte banche italiane effettuano investimenti ingenti in azioni di Chase Manhattan Bank, Barclayrd, Morgan Stanley, ecc., tutte legate direttamente o indirettamente alla Corona Inglese per mezzo di un complicato gioco di scatole cinesi, creando dei conflitti di interessi spaventosi. La massoneria ha diverse sfaccettature. Esistono migliaia e migliaia di logge, e decine di istituzioni massoniche o paramassoniche (organizzate cioè come la massoneria, senza potersi chiamare ufficialmente con questo nome). Abbiamo il Grande Oriente, la più diffusa a livello mondiale. Poi abbiamo i Rosacroce, I cavalieri di Malta, i Templari, l’Opus Dei e chissà quante altre magari sconosciute. Tutte queste istituzioni sono caratterizzate dal segreto per quanto riguarda il loro funzionamento interno, e dal fatto di trasformarsi, spesso, in veri e propri comitati di affari, anche illeciti. Queste istituzioni sono diverse tra di loro, e talvolta sono in conflitto. Ma molto spesso collaborano e cooperano. Basti ricordare che Gelli apparteneva contemporaneamente alla P2, che tecnicamente era una loggia del Grande Oriente, ma era iscritto anche ai Cavalieri Di Malta e ai Templari, per sua stessa ammissione.
LE LOGGE MASSONICHE COPERTE
In teoria la massoneria è un istituzione in cui si entra per fare un percorso iniziatico di conoscenza e approfondimento dei temi principali dell’esistenza. Questo è senz’altro vero per alcuni o molti dei suoi iscritti e per numerose logge. In teoria poi la lista degli iscritti dovrebbe essere pubblica, essendo vietate dal nostro ordinamento le associazioni segrete. Ma in realtà esiste il fenomeno delle logge massoniche coperte, o segrete, dove si iscrivono uomini politici che non vogliono rivelare la loro appartenenza alla massoneria; e a queste logge si affiliano anche boss mafiosi come Inzerillo, Bontate, Riina, Bagarella, Lo Piccolo, Mandalari (il commercialista di Riina) che certamente non entrano in questa istituzione per una sete di conoscenza e approfondimento della ricerca interiore. La ragione dell’esistenza delle logge coperte la spiega il Gran Maestro Di Bernardo, a pag. 396 del libro: “Le logge coperte sono sempre esistite. La loro funzione era quella di salvaguardare persone di particolare importanza istituzionale, politica e finanziaria, proteggendole da pressioni indebite da parte di altri fratelli”. Le logge massoniche coperte insomma sono il collante tra criminalità organizzata, politica, finanza e imprenditoria (non a caso i più grandi scandali finanziari italiani hanno visto come protagonisti dei massoni). E le logge massoniche coperte sono il motivo, o comunque uno dei motivi, dell’espansione della criminalità organizzata mafiosa nelle regioni del centro e del nord. Un esempio chiarirà meglio la questione. Se un capo camorra deve costruire un grosso immobile al nord, qualora sia affiliato alla massoneria, chiederà aiuto ai “fratelli” del nord. Che, per il solo motivo di avere davanti un fratello, lo aiuteranno in questa impresa. Se deve riciclare denaro sporco, sono ancora una volta le collusioni con un banchiere massone che consentiranno questo riciclaggio. E il legame massonico è la spiegazione dell’espansione della mafia negli stati dell’Unione Europea. Considerando che la massoneria è una fratellanza “mondiale” non sarà difficile per un mafioso trovare appoggi in Russia, in America, o alle Cayman. Così come non è difficile, per massoni appartenenti alle varie mafie, entrare in collegamento tra loro e stringere patti di alleanza; di qui nascono i patti di alleanza tra mafia, ‘ndrangheta e camorra. Ecco il motivo per cui quando un magistrato inizia ad indagare sulle cosiddette logge massoniche coperte viene regolarmente silurato, fisicamente e/o lavorativamente.

IL PROBLEMA CENTRALE DELLA MASSONERIA
Il giuramento massonico. Ora, qui sta il nodo centrale del problema massoneria, tra gli iscritti alla massoneria esiste un giuramento di fedeltà che li porta ad aiutarsi l’un l’altro. Questo è il nodo cruciale del problema massonico: è possibile che un pubblico ufficiale o un funzionario statale siano servitori dello stato ma, contemporaneamente, prestino fedeltà ad un’istituzione non statale? Il tema, ovviamente, è tutto da approfondire, perché ovviamente i più alti esponenti della massoneria negano che il loro giuramento di fedeltà prevalga sulle leggi dello stato. Ma, francamente, quando in una loggia coperta operano mafiosi, esponenti dei servizi segreti, imprenditori, e politici, c’è perlomeno da dubitare di queste affermazioni di lealtà allo stato. Occorre inoltre tenere presente una cosa che pochi sanno; all’interno la massoneria ha i propri tribunali, organizzati in tre gradi proprio come avviene nell’ordinamento giudiziario italiano. La massoneria si configura quindi come un vero stato nello stato. Potremmo dire uno stato al di sopra dello stato. O perlomeno, per usare le parole della 32 Commissione parlamentare antimafia, “le logge coperte … sono in grado di determinare gravi interferenze nell’esercizio di funzioni pubbliche”. Ecco il motivo dell’allarme che suscita la possibilità che un presidente del Consiglio possa appartenere ad una loggia coperta di San Marino o comunque avere interessi ad essa legati. Ecco la potenziale bomba che potrebbe scoppiare se l’inchiesta di De Magistris, nei suoi contenuti, fosse portata alla luce. Ed ecco perché il clamore mediatico si preferisce dirottarlo sul problema del suo “presenzialismo” in TV, per stornare l’opinione pubblica da un problema immenso, che coinvolge il problema dei rapporti tra politica e criminalità organizzata.
APPROFONDIMENTI
Gli interrogativi suscitati dal fenomeno massonico sono molti e andrebbero approfonditi ben oltre quello che è lo spazio di un blog come questo. Segnaliamo alcune domande e spunti di riflessione. – In che rapporto sono le logge coperte con quelle ufficiali? Le logge ufficiali dichiarano spesso l’illegittimità e la criminalità di queste logge coperte. Ma al di là delle posizioni ufficiali, i singoli iscritti in che rapporti sono tra loro? E i tribunali massonici, valgono anche per le logge coperte, oppure solo per quelle ufficiali? In altre parole: le logge coperte in che misura partecipano alle atività e sono collegate con le logge ufficiali? – Dall’essere iscritti in massoneria derivano spesso le proprie fortune e i propri legami; come si comporta allora un funzionario dello stato quando si troverà a dover scegliere tra far prevalere il giuramento di fedeltà allo stato e quello alla massoneria? Cioè quando si troverà a dover scegliere tra il violare la legge, o perdere d’un colpo la fortuna che gli è arrivata attraverso i canali massonici? – Il giuramento massonico è compatibile con il giuramento che un servitore dello stato fa, nei confronti dello stato stesso? – In che misura l’appartenenza alla massoneria di alte cariche dello stato, è in grado di interferire nelle corrette relazioni tra stati? Questo tema vede un vivace dibattito tra teorici del complotto, che vedono la massoneria come un’organizzazione sovranazionale che decide spesso le sorti dell’umanità; e coloro che negano l’esistenza di questo complotto, di queste collusioni tra alti vertici delle istituzioni. Eppure queste collusioni possono essere intraviste. Riportiamo le parole di Di Bernardo, Gran Maestro degli Illuminati: “Le concordanze ci sono sempre al vertice. A un certo livello ci sono sempre state, segretamente. Quando si parla di questo filo segreto si parla di un dialogo sottile, profondo, che esiste tra persone di qualità. Sono queste convergenze a evitare – in caso di crisi o conflitti – i danni maggiori le situazioni irreparabili E’ chiaro che, alla base della piramide, troviamo il prete e il massone che si comportano come Don Camillo e Peppone. Ma i vertici, poiché sono vertici illuminati, si toccano sempre. Questo vale per tutto. E io ritengo che siano non solo fortunati, ma beati, coloro che – sia pure per un singolo istante della loro vita – possono vedere queste connessioni ideali tra i vertici”.
IL CONTRATTO
29/03/2010
Lettera di Berlusconi al Papa sulla pedofilia e Prolusione di Bagnasco sul voto - di Paolo Farinella, prete
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mercoledì 24 marzo 2010 alle ore 2.00
http://corradomariagio.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=2461228
A - Ci mancava, oh, come ci mancava!
Genova 22 marzo 2010. - Il presidente del consiglio italiano, Silvio Berlusconi, si complimenta con il papa per la lettera agli Irlandesi sui preti pedofili: Benedetto XVI «è chiamato a confrontarsi con situazioni difficili, che diventano motivo di attacco alla Chiesa e perfino alla sostanza stessa della religione cristiana». Poverino! non riesce a pronunciare la parola «pedofilia». Si è sforzato, ma non ci riesce perché dovrebbe parlare di «sessualità scomposta» e abnorme perpetrata in luoghi e sedi istituzionali, esattamente come ha fatto lui, a dispetto e dileggio di quella morale cattolica di cui ogni giorno fa i gargarismi in pubblico, mentre in privato ne fa strage. Non può parlare di «sesso», lui che, mentre inneggia «alla sostanza stessa della religione cristiana», frequenta prostitute a pagamento dietro compenso in denaro e in posti in parlamento o al governo e dalla moglie è condotto in giudizio per separazione per colpa. Scrive al papa perché, da ruffiano qual è, vuole ingraziarselo.
Qual è il significato di questa lettera insulsa, senza senso, ridicola e immotivata? Io penso che voglia cavalcare il momento di difficoltà del Vaticano, criticato da larghissima parte della Chiesa che ha valutato la lettera agli Irlandesi inadeguata, insufficiente, scontata. Dopo il fallimento del raduno di Roma con precari pagati a cento euro cadauno, il debosciato ha bisogno di ricrearsi una verginità formale e vuole fare sapere al mondo intero che egli sta dalla parte del Vaticano, sempre e comunque. L’immondo travestito da agnello.
Ancora una volta assistiamo alla strumentalizzazione di un momento tragico e doloroso della Chiesa con responsabilità oggettive di papa Ratzinger e contorno e il Caimano ne approfitta subito per fare una genuflessione oscena ad uso personale, perché il fantoccio di uomo non sa vedere altro che usi personali, addomesticati alla sua bisogna. La lettera al papa, opportunamente divulgata, è una forma di propaganda elettorale verso quell’elettorato debole cattolico che si lascerà incantare da questo tronfio e immondo pifferaio e sul quale è piombato come un elefante in una cristalleria il cardinale Angelo Bagnasco.
Il tocco finale, da lupanare, è il riferimento all’efficacia della lettera dovuta secondo lui alla «umiltà e sincerità unita alla chiarezza delle ragioni che il Papa mette in campo». Riguardo all’umiltà, Berluskoniev è un maestro impareggiabile: umile, mite, altruista e, quello che più conta, fondatore del partito dell’amore a pagamento e delle prostitute affittate «a carrettate», con i cattolici che tengono bordone e reggono il moccolo.
Da cattolico inorridisco e vorrei sperare che il papa usasse le sue scarpette rosse per il tiro al bersaglio, nella certezza che questa volta lo Spirito Santo guiderebbe la santa mano per fare centro sul bersaglio catramato e inamidato. So anche, però, che l’Utopia in Vaticano è morta e sepolta da un pezzo, mentre regna e prospera la disonesta ricchezza. W l’umiltà! Parola di Berluskoniev, spergiuro di professione.
B - Prolusione del card. Bagnasco a ridosso delle elezioni: come da copione
Non era ancora arrivata in Vaticano la lettera di Berluskoniev che già nello stesso giorno, si sentiva il controcanto del card. Bagnasco al consiglio permanente della Cei. Egli con tempestività programmata degna di ben altre battaglie, a pochi giorni del voto, parla con il solito linguaggio aulico a supporto del governo e delle formazioni regionali di destra. Si direbbe che più dell’inesistenza di Dio, la Cei tema la vittoria della sinistra o di quella che ci si ostina a chiamare sinistra. L’attacco frontale all’aborto come materia discriminante delle elezioni regionali è indebita, immorale e indecente. L’aborto è previsto da una legge dello Stato: cosa c’entrano le regioni? L’uscita di Bagnasco è calcolata e mira ad essere una diretta fucilata ad Emma Bonino e a Mercedes Bresso in Piemonte. Per la proprietà transitiva chi attacca Bonino e Bresso, appoggiate dal Pd, appoggia il Pdl che è contro il Pd. Povera gerarchia, ridotta a giocare questi mezzucci pur di vincere la Regione Lazio! Se una donna fa così paura, cosa farebbe un esercito di donne? Scrive il cardinale:
«Sarà bene che la cittadinanza inquadri con molta attenzione ogni singola verifica elettorale, sia nazionale sia locale e quindi regionale. L’evento del voto è un fatto qualitativamente importante che in nessun caso converrà trascurare … C’è una linea consolidata che … insieme a Benedetto XVI, chiamiamo «valori non negoziabili: … la dignità della persona umana, incomprimibile rispetto a qualsiasi condizionamento; l’indisponibilità della vita, dal concepimento fino alla morte naturale; la libertà religiosa e la libertà educativa e scolastica; la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna» (Card. Angelo Bagnasco, presidente Cei, «Prolusione al consiglio permanente del 22-25 marzo 2010, n. 8).
Si può anche essere d’accordo su alcuni aspetti, ma perché proprio, in piena feroce campagna elettorale? Puro caso? C’è forse una relazione o un accordo preventivo tra la lettera di Berlusconi e la prolusione di Bagnasco? I brutti pensieri fanno temere di sì. Se così fosse, sarebbe grave e si conferma la strategia clericale di una alleanza «a prescindere» con il governo Berlusconi; così come si rafforza il sospetto che il silenzio tombale della presidenza della Cei, lo scorso anno, durante la teoria di scandali, personali e istituzionali, perpetrati da Berlusconi, sia stato il prezzo pagato sull’altare della «disonesta ricchezza» pur di tenere in vita un sostegno reciproco, Berlusconi/Vaticano-Cei anche a costo della morale, della verità, della divisione all’interno della Chiesa italiana, anche a costo del sacrificio di innocenti come il povero Dino Boffo.

Al card. Bagnasco risponde indirettamente alcuni giorni prima, quasi prevenendolo, Mons. Luigi Bettazzi che nell’editoriale «Principi non rinunciabili» di Mosaico di Pace (marzo 2010), annovera tra i «principi non negoziabili» tanto cari alla gerarchia ecclesiastica, anche il «bene comune» e i valori «della sincerità e della sobrietà, della legalità e della solidarietà»; così come tra quelli negativi ascrive: l’idolo della ricchezza in funzione del potere, il potere stesso, il permissivismo sociale e l’interesse privato e il fine che giustifica i mezzi.
Il card. Bagnasco, poi, continua:
«Dinanzi a quel che va emergendo ad opera della Magistratura, noi Vescovi ci sentiamo di dover chiedere a tutti, con umiltà, di uscire dagli incatenamenti prodotti dall’egoismo e dalla ricerca esasperata del tornaconto e innalzarsi sul piano della politica vera. Questa è liberazione dai comportamenti iniqui, dalle contiguità affaristiche per riconoscere al prossimo tutto ciò di cui egli ha diritto … e innanzitutto la sua dignità di cittadino … al di fuori della morbosità per un certo accaparramento personale, si recuperi il senso di quello che è pubblico, che vuol dire di tutti e di cui nessuno deve approfittare causando grave scandalo dei cittadini comuni, di chi vive del proprio stipendio o della propria pensione ed è abituato a farseli bastare, stagione dopo stagione. C’è un impegno che … non può non riguardare tutti, politici e cittadini …: mettere fine a quella falsa indulgenza secondo la quale, poiché tutti sembrano rubare, ciascuno si ritiene autorizzato a sua volta a farlo senza più scrupoli. Non è vero che tutti rubano, ma se per assurdo ciò accadesse, non si attenuerebbe l’imperativo dell’onestà. Non cerchiamo alibi preventivi né coperture impossibili: sottrarre qualcosa a ciò che fa parte della cosa pubblica non è rubare di meno; semmai sarebbe un rubare di più. Per i credenti questo obbligo assurge alla dignità di comando del Signore, dunque non si può venir meno» (Ibid. n. 9).

Come non essere d’accordo? Anche le pietre lo sono. Perché l’aborto deve essere criterio di valutazione elettorale il furto no? Non è un comandamento esplicito anch’esso? Come può il cardinale Bagnasco mettere d’accordo queste parole con il programma, le promesse mai mantenute e le realizzazioni delittuose del governo Berlusconi? Alla luce della parola del cardinale, non si dovrebbe come primo effetto immediato scomunicare l’operato del governo e della sua maggioranza che per disgrazia opprime l’Italia e tutti i cattolici che lo sostengono? Si rende conto il cardinale Bagnasco che il fondatore del partito dell’amore è un frequentatore abituale di minorenni e prostitute e un ladro di professione? Sa il presidente della Cei che Berlusconi ha candidato uomini appartenenti alle diverse mafie, senza distinzione di sorta? E’ a conoscenza il porporato che non meno di 26 inquisiti siedono in parlamento nelle fila del partito che difende «i principi non negoziabili»?
Lo sa che sono oltre trenta le leggi che Berlusconi ha imposto al parlamento a suo favore e della sua cricca e delle sue due famiglie? Perché sua eminenza non fa nomi e cognomi di chi ruba, di chi delinque, di chi corrompe, di chi si lascia corrompere? Si rende conto che il papa ha ricevuto Bertolaso nel momento stesso in cui lo convocava la magistratura della repubblica per chiedergli conto della corruzione di cui lui è artefice, beneficiario, mandante e controllore a danno e sulla pelle dei terremotati dell’Abruzzo, il cui vescovo, Molinari, è uso fare da scendiletto a Berlusconi? Sig. Cardinale perché lei ha taciuto per tutto l’anno quando tutto il mondo accusava Berlusconi di immoralità istituzionale e non solo per l’uso indiscriminato di prostitute e forse di droga, mentre oggi interviene, lesto come un fulmine, il giorno dopo la manifestazione/farsa del Pdl e una settimana prima delle elezioni e per buon peso, nello stesso giorno in cui Berlusconi solidarizza col papa in materia di pedofilia? Forse perché lui è esperto anche in materia? Lo avete assunto come consulente etico della Cei?

Sig. cardinale, la prego, ascolti quello che le dico:
Io Paolo Farinella, prete della Chiesa cattolica, affermo con piena avvertenza e informata coscienza che ritengo peccato grave votare chiunque stia dalla parte di Berlusconi perché incompatibile con i principi del vangelo, della dottrina sociale della Chiesa, della morale cattolica e della dignità civile. E’ un delitto, di cui rispondere davanti alla propria coscienza e a Dio votare per chi conculca i diritti dei poveri, senza differenza di cittadinanza, di chi incita all’odio razziale, di chi corrompe testimoni in tribunale e giudici per avere sentenze a suo favore, di chi compra senatori prezzolati per fare cadere governi democratici, di chi evade il fisco e incita ad evadere, di chi assalta le istituzioni di garanzia, di chi vara leggi a favore suo e della sua azienda, di chi non ha parvenza di morale e vive in modo oscenamente ricco, rubando sulla povertà dei poveri, di chi sperpera denaro pubblico pur di esaltare il culto della propria personalità (v. La Maddalena).
Io Paolo prete, cittadino sovrano residente in Liguria, in forza del criterio del bene comune e del rispetto dei diritti individuali, voterò Alessandra Ballerini, di professione avvocato degli ultimi e dei poveri che si batte per i diritti di tutti e che si presenta con una lista collegata a quella di Burlando Claudio del Pd.
Se votassi in Lazio o in Piemonte non esiterei a votare Bonino o Bresso e auguro all’Italia che Berlusconi e la sua compagnia teatrante siano sconfitti. Faccio gli auguri alla Bonino e alla Bresso, perché, anche se non mi piacciono su tanti punti, possano vincere democraticamente e possano portare un vero «rinascimento laico» nelle loro Regioni, specialmente nel campo della sanità e della scuola. Sui problemi etici ci confronteremo apertamente, lealmente, democraticamente, senza interferenze e confusioni tra altare e seggio regionale. Che Dio protegga l’Italia e le sue Regioni dalla peste del berlusconismo e dalla miopia della gerarchia cattolica.
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