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PAOLO GASTALDO

mercoledì 30 dicembre 2009

comunione e liberazione.....compagnia delle opere

Giancarlo Nobile :
Per il mio mestieraccio di Antropologo Sociale non ho bisogno,
come Levi Straus andare ai 'Tristi tropici' basta girare
l'Italianistan è provare situazioni inusitate come la Mafia
dellla Lombardia che ha nome Comunione & Liberazione con il
suo braccio armato della Compagnie delle Opere. Questa
organizzazione ha una ramificazione e un controllo territoriale
enorme si basa come tutte le organizzazione sociali/malavitose
italiane su presupposti precisi come il Familismo Amorale, tutto
avviene all'interno delle famiglia che si consorziano insieme
per difendersi dallo Stato che è portatori di valori estranei
come 'la cittadinanza e la soggettività' . In Lombardia questo
modello tribale ha strutturato una mentalità dogmatica fatta
di credenze positive incentrate sull'idea dei ruoli
predominanti e sul concetto di appartenenza e di autorità.
Su tutto questo vi è una coltre di modernismo che si
contrappone alla modernità un quanto è fatta di mera
apparenza con tutti i gadget della società consuimistica
usati come status simbol. Comunione & Liberazione come
tutte le Comunità vive in associazioni variabili e
sottopone i membri a discipline collettive (In C&L vi
sono i riti con i canti ripetitivi/ossessivi o il
lavorare insieme per i capiclan tipo Cesana) in una
costante tensione al mantenimento della coesione e
alla perpetuazione della sua esistenza. Quello che
è essenziale comunque è il perpetuare la catena e
nutrirla e per far ciò appropriarsi di Beni della
Stato, che è una conquista del Demoniaco Illuminismo,
diviene prassi comune.




(nella foto i Talenti di Formigoni.)


CL, GUAI A CHI LA TOCCA

Un dirigente della sanità lombarda,
ora sospeso, svela lo strapotere
di Formigoni e della Compagnia
di Ferruccio Pinotti
Chi attacca Comunione e Liberazione, “muore”.
L’espansione del potere di CL ha assunto caratteri
tali che chi si oppone a essa,o semplicemente critica
lo stile della potente lobby cattolica, è sottoposto a
pesanti pressioni.
Esemplare il caso del dottor Enrico De Alessandri, un
dirigente della sanità lombarda sottoposto a un severo
provvedimento solo per aver criticato lo strapotere
di CL in un sito, www.teo pol.it , nel quale De
Alessandri pubblica un dossier in cui è illustrato
l’assalto al potere in una regione che gestisce un
bilancio da 20 miliardi di euro, pari a quello di
un piccolo Stato.
De Alessandri è stato sospeso dal lavoro per un mese,
dal 16 novembre al 16 dicembre di quest’anno, con
l’avviso che se non toglierà dal web le sue
considerazioni seguiranno provvedimenti più pesanti.


Un dettaglio che la dice lunga sulla vicenda è il fatto
che la comunicazione del 20 ottobre è firmata dal
dirigente del personale della Regione, Michele
Camisasca, nipote del famoso Massimo Camisasca,
il sacerdote che è stato una delle figure chiave
del movimento (dal 1985 è superiore generale
della “Fraternità Sacerdotale dei Missionari di
San Carlo Borromeo”),nonché storiografo ufficiale
di CL.
Il provvedimento disciplinare è arrivato dopo una
serie di richiami scritti.
Una comunicazione del 18 settembre proponeva
addirittura un patteggiamento:“La riduzione della
punizione a soli dieci giorni in cambio dello stop
allapubblicazione del libro (…)”. Ma il dottor De
Alessandri, che è stato direttoredel Centro regionale
emoderivati della Regione Lombardia e che lavora
attualmente presso l’Assessorato alla sanità della
Regione Lombardia, intende resistere, esercitando
il diritto di espressione sancito dall’articolo
21 della Costituzione.

Le sue critiche, infatti, non sono rivolte al datore
di lavoro ma all’occupazione del potere in Lombardia
da parte di un movimento religioso, CL appunto.
I consiglieri regionali di Verdi, Pd e Sinistra hanno
subito presentato un’interpellanza urgente alla Giunta.
Nell’interrogazione, presentata il primodicembre, il
consigliere regionale Mario Agostinelli parla di “un
gravissimointento persecutorio nei confronti del dott.
De Alessandri” e interroga la Giunta regionale per
sapere se non ritiene “di sospendere immediatamente
l’azione in atto, con l’integrazione da subito
nell’attività lavorativa e nella relativa retribuzione”.
A difendere De Alessandri c’è ora un luminare del diritto:
il professor Vittorio Angiolini, già legale della famiglia
Englaro nella difficile battaglia sulla fine di Eluana.
Cosa racconta De Alessandri nel suo dossier? La tesi di
fondo del libro è che CL abbia costituito una situazione
di potere monopolistico nell’ambito di un’importante
istituzione pubblica come la Lombardia, attraverso
un’occupazione “militare” da parte dei suoi esponenti
di tutti i centri dipotere: dai direttori generali ai
dirigenti delle unità organizzative nei più importanti
assessorati; dai direttori generali delle pubbliche
aziende ospedaliere ai primari; dagli amministratori
delegati ai presidenti delle società di trasporto;
dai direttori generali degli enti e delle agenzie
regionali ai consigli di amministrazione delle società
a capitale pubblico dellaRegione Lombardia operanti
in ambiti strategici come le infrastrutture, la
formazione, l’ambiente, costituendo, di fatto, una
pericolosa situazione di potere “dominante”.
De Alessandri spiega al il Fatto Quotidiano:
“La distribuzione dei fondi pubblici privilegia in
misura schiacciante le imprese della Compagnia delle
Opere rispetto all’intero mondo imprenditoriale lombardo”.

L’opposizione regionale lombarda ha definito la
sospensione dal lavorodi De Alessandri “un
provvedimento persecutorio”. Certo, nel suo dossier,
De Alessandri porta fatti, nomi e cifre inquietanti.
“Se nelle altre regioni sipuò legittimamente parlare
di ‘primari di partito’ e di ‘manager di partito’,
in Lombardia si parla quasi esclusivamente di ‘primari
di CL’ e di ‘managerdi CL’”. De Alessandri stigmatizza
anche il comportamento di coloro “che mettono nel
curriculum la loro foto con don Giussani”.

“Dietro al mondo delle nomine, c’è tutto un universo
di convenzioni, accreditamenti,assegnazioni di incarichi
e appalti che vedono primeggiare un gruppo su altri.

Il ciellino Guido Della Frera, ex braccio destro del
governatore lombardo, abbandona nel 2003 l’incarico di
Assessore regionale per fare l’imprenditore nel settore
della sanità privata. Non passano cinque mesi e una società
di cui era azionista, il Polo geriatrico riabilitativo di
Cinisello Balsamo, ottiene dalla Regione l’accreditamento
presso il Servizio sanitario nazionale di 141 posti letto
a uso riabilitazione.

La struttura è privata, ma il ricovero lo paga lo Stato.
Da allora per Della Frera è stata una marcia trionfale.
Nel 2004 Formigoni ha accreditato il Polo geriatrico
con altri 246 posti per la sede di Milano città, dando
contestualmente il via liberaa un’altra società del suo
ex braccio destro, la Polo Riabilitativo srl, per la
costruzione di una nuova struttura con 216 posti letto
fra degenza, day hospital,emodialisi, radiologia e
altro ancora”.
Il dirigente compone un quadro preciso: “Tra le tante
mostruosità istituzionaliintrodotte dal governatore
lombardo,milimitoacitare un esempio giudicato di
eccezionale gravità da alcuni stessi consiglieri
regionali. Si tratta di Infrastrutture Lombarde, la
società per azioni creata dalla Regione Lombardia per
promuoverele nuove infrastrutture (costruzioni di
ospedali, svincoli autostradali), duramente contestata
già all’inizio della sua istituzione: il Presidente
della Regione controllerà tutti gli appalti, togliendo
ogni possibilità di controllo al Consiglio regionale,
hanno dichiarato alcuni consiglieri regionali dell’opposizione.

Una situazione esplosiva per la democrazia”.
Com’è riuscito Formigoni a consolidare un potere tanto assoluto?

Secondo De Alessandri, “anzitutto decapitando i vertici
della dirigenza regionale e sostituendoli con esponenti
di CL. La carica di segretario generale, ovvero la prima
carica dirigenziale della Regione Lombardia è, da oltre
quattordici anni, saldamente occupata dal ciellino Nicola Maria
Sanese, soprannominato il vice governatore.

Le cariche di direttore generale nei più importanti assessorati
sono strettamente legate all’appartenenza a Comunione e
Liberazione.

Le unità organizzative più strategiche sono anch’esse
dirette da esponenti del movimento fondato da don Giussani.
Nicola Maria Sanese è un nome storico tra gli organizzatori
dei meeting di Rimini unitamente al ciellino Roby Ronza,
che Formigoni ha nominato Delegato per lo sviluppo e
consolidamento delle relazioni internazionali” .

Quello descritto da De Alessandri è un sistema pervasivo.
“Il ciellino Raffaele Cattaneo occupava nella scorsa
legislatura la seconda carica dirigenziale della Regione:
quella di vice segretario generale.
Nominato sottosegretario regionale all’inizio della presente
legislatura, detiene attualmente la carica di Assessore
regionale alle infrastrutture e mobilità. Non solo:
Raffaele Cattaneo è, dal 2004, presidente del consiglio
di sorveglianza di Infrastrutture Lombarde Spa, di Lombardia
Informatica e, come se tutto questo non bastasse, è membro
del Cda della Sea, la società di gestione degli aeroporti
di Milano.
Oltre a loro, tra i fidatissimi, figura Giulio Boscagli,
Assessore alla famiglia e alla solidarietà sociale.
E ancora Romano Colozzi, al quale non a caso spetta la responsabilitàdella‘cassaforte’regionale: Romano Colozzi è
Assessore alle risorse e finanze”.
Il blocco di potere ciellino è fortissimo anche ai vertici
delle fondazioni sanitarie: “Nel luglio 2009 Formigoni ha
nominato Giancarlo Cesana, nome storico di CL, presidente
del Policlinico Mangiagalli”, scrive De Alessandri.

“Il ciellino Alberto Garocchio è stato nominato nel consiglio
di amministrazionedell’Istituto dei tumori, Cosma Gravina nel
cda dell’Istituto neurologico Carlo Besta.
Il ciellino Luigi Roth è stato invece confermato nel consiglio
di amministrazione del Policlinico Mangia-galli. Luigi Roth,
già Presidente di Fondazione fiera di Milano,
detiene il record delle cariche cumulative: nel marzo 2009
Formigoni lo ha nominato alla guida del consorzio destinato
a realizzare un’opera colossale,la Città della salute di Milano.
Roth è, contemporaneamente, Presidente di Terna Spa,membro del
consiglio di amministrazione della Cassa di risparmio di Ferrara,
Presidente della Banca popolare di Roma. Inoltre, opinionista
deIlSole24Ore,Avvenire, LaNazione. Il ciellino Claudio Artusi,
già ad di Fiera Milano Spa, è attualmente ad di CityLife.
Nel 2004 CityLife acquistò dalla Fiera guidata da Artusi parte
del quartiere della vecchia fiera cittadina, su cui dovrebbe
prendere forma il progetto firmato da Isozaki, Liebeskind e
Hadid. Intanto Roth è stato nominato nel cda della Cassa di
risparmio di Ferrara e alla presidenza della controllata
Popolare di Roma”.
CL allarga il suo potere anche ad ambiti della finanza
cattolica tradizionalmente ostili. “Dopo una lunga battaglia
dentro la Banca popolare di Milano, la sconfitta di Mazzotta
ha aperto le porte alla presidenza di Massimo Ponzellini.
Ma al suo fianco come vicepresidente, avrà Graziano Tarantini,
che ha fondato e fatto crescere la Compagnia delle Opere di
Brescia. Avvocato 49enne, con alle spalle una grande esperienza
nella finanza, già da anni Tarantini rappresenta nel consiglio
della banca milanese per antonomasia l’anima della Compagnia.

Nel consiglio di amministrazione dell’ente presieduto da Giuseppe
Guzzetti,invece,la galassia della Compagnia è rappresentata
dal milanese Angelo Abbondio”,
segnala il dossier di De Alessandri. Che commenta: “Chiunque
abbia tentato di opporsi allo strapotere di CL è stato emarginato”.
Difficile sapere come finirà la sua coraggiosa battaglia. Ma a
De Alessandri piace citare il passo di un articolo di Eugenio
Scalfari del 13 ottobre 2008: “Un sistema di potere come quello
di Formigoni, CL, non esiste in alcun punto del Paese, nemmeno
la mafia a Palermo ha tanto potere. Negli ospedali, nell’assistenza, nell’università, tutto è diretto da 4-5 persone che hanno anche
una specie di cenobio dove ogni tanto si ritirano, sotto voti di
castità o qualcosa di simile”.




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