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PAOLO GASTALDO

domenica 3 gennaio 2010

NUOVO .ORDINE MONDIALE e O.C.D.E.

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DI ANDREW G. MARSHALL Global Research

Dal 14 al 17 maggio l’elite globale si è riunita in segreto in Grecia per la conferenza annuale del Bilderberg, tra la limitata e scoordinata attenzione dei media. Circa 130 degli individui più potenti del mondo si sono incontrati per discutere le questioni pressanti del giorno d’oggi e per decidere il corso dell’anno prossimo. L’argomento principale di discussione durante l’incontro di quest’anno è stata la crisi finanziaria globale, il che non ci ha sorpreso, considerato che l’elenco dei presenti alla conferenza comprende molti dei primari architetti della crisi, nonché coloro che sono pronti a “risanarla”.

L’ordine del giorno: la ristrutturazione dell’economia politica globale

Prima dell’inizio della conferenza il giornalista investigativo sul Bilderberg Daniel Estulin ha reso noto l’argomento principale dell’ordine del giorno, che gli era stato rivelato dai suoi informatori interni. Seppure tali resoconti non siano verificabili le sue fonti si sono dimostrate straordinariamente accurate in passato, al pari di quelle di Jim Tucker, il veterano investigatore del gruppo Bilderberg. Apparentemente l’argomento principale di discussione dell’incontro di quest’anno è stata la presa di posizione sulla crisi economica, in termini di intraprendere “una prolungata, agonizzante depressione che condanni il mondo a decadi di stagnazione, declino e povertà … oppure una depressione intensa ma più breve che apra la strada ad un nuovo ordine economico mondiale sostenibile, con meno sovranità ma maggiore efficienza”.

A seguire : la lista dei partecipanti all'incontro del Bilderberg Group.

Gli altri punti all’ordine del giorno comprendevano un piano per “continuare ad ingannare milioni di risparmiatori ed investitori che credono alla montatura di un presunto miglioramento dell’economia. Stanno per essere incastrati con perdite esorbitanti ed una grave sofferenza finanziaria nei mesi a venire” e “ci sarà una spinta finale per la promulgazione del Trattato di Lisbona, in attesa di un voto favorevole sul trattato da parte dell’Irlanda a settembre oppure ad ottobre“, che darebbe all’Unione Europea enormi poteri sugli stati membri, rendendola essenzialmente un governo regionale sopranazionale, con ciascuno stato membro relegato ad uno status per lo più provinciale.

Poco dopo l’inizio delle riunioni, il giornalista investigativo sul Bilderberg Jim Tucker ha riferito che le sue fonti interne gli avevano rivelato che il gruppo avesse all’ordine del giorno “un piano per un dipartimento della sanità globale, un dipartimento del tesoro globale e una depressione abbreviata piuttosto che una lunga fase di contrazione economica”. Tucker ha riferito che il ministro degli esteri svedese ed ex primo ministro Carl Bildt, “ha fatto un discorso a sostegno della trasformazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in un dipartimento della sanità mondiale, nonché della trasformazione del FMI in un dipartimento del tesoro mondiale, entrambe le cose naturalmente con il patrocinio delle Nazioni Unite”. Tucker ha inoltre reso noto che “il segretario del tesoro Geithner e Carl Bildt sollecitavano una recessione più breve e non una di dieci anni … in parte perché una recessione di dieci anni danneggerebbe gli stessi industriali del gruppo Bilderberg, [che] per quanto vogliano avere un dipartimento globale per l’occupazione ed un dipartimento globale del tesoro, gli piace ancora far soldi e una recessione così lunga gli costerebbe un bel po’ di soldoni industrialmente parlando perché nessuno comprerebbe i loro giocattoli…. l’inclinazione è ad abbreviarla”.

Dopo il termine delle riunioni, Daniel Estulin ha riferito che “una delle maggiori preoccupazioni del gruppo Bilderberg è il pericolo che il loro zelo per cambiare il mondo architettando il caos al fine di attuare il loro programma a lungo termine possa far sì che la situazione gli sfugga di mano e conduca infine ad uno scenario dove il Bilderberg e l’elite globale in generale sono sopraffatti dagli eventi e finiscono col perdere il controllo che esercitano sul pianeta”.

Il 21 maggio scorso la Macedonian International News Agency [agenzia di stampa internazionale macedone] ha reso noto che “una nuova relazione del Cremlino sul misterioso gruppo del Bilderberg, che la scorsa settimana ha tenuto la sua riunione annuale in Grecia, afferma che le elite corporative, politiche e finanziarie dell’occidente sono riemerse dalla loro riunione segreta dopo aver raggiunto l’accordo che per poter continuare nel loro slancio verso un nuovo ordine mondiale dominato dai poteri occidentali, il dollaro USA deve essere ‘totalmente’ distrutto”. La stessa relazione del Cremlino avrebbe inoltre affermato che “la maggior parte delle elite più ricche dell’occidente hanno partecipato ad una riunione segreta senza precedenti a New York, indetta e condotta da” David Rockefeller, “per complottare la fine del dollaro USA”.


La riunione segreta dei miliardari

La riunione a cui viene fatto riferimento è stata una riunione segreta, dove “una dozzina delle persone più ricche del mondo si sono riunite per un incontro privato senza precedenti dietro invito di Bill Gates e Warren Buffett per parlare di regalare denaro”, tenutasi presso la Rockefeller University, e che comprendeva noti filantropi come Gates, Buffett, il sindaco di New York Michael Bloomberg, George Soros, Eli Broad, Oprah Winfrey, David Rockefeller senior e Ted Turner. Uno dei presenti ha affermato che “non era segreta”, ma che “doveva essere un incontro tra colleghi e amici. Era una cosa di cui si parlava da tempo. Bill e Warren speravano di poterlo fare occasionalmente. Hanno mandato gli inviti e la gente è venuta”. L’editore del Chronicle of Philanthropy Stacy Palmer ha detto: “considerata la gravità dell’economia in questi tempi, non credo che sia una sorpresa che questi filantropi si siano incontrati”, e che “tipicamente non si incontrano per scambiarsi consigli tra loro”. Ad ospitare la riunione sono stati Buffet, Gates e David Rockefeller.









ERT.... EUROPEAN ROUNDTABLE


http://www.ert.be/home.aspx

.... is an informal forum bringing together around 45 chief executives
and chairmen of major multinational companies of European parentage
covering a wide range of industrial and technological sectors.
Companies of ERT Members are widely situated across Europe, with
sales to EU customers exceeding € 1,000 billion, thereby sustaining
around 6.6 million jobs in the region.

European industry cannot flourish unless it can compete in a global
economy. This capacity to compete cannot be determined solely
by the efforts of individual companies. The prevailing economic
and social policy framework is crucially important and must be
flexible enough to adapt swiftly to changes in global conditions.

ERT Member Companies’ actions help to strengthen and support some
of the key enabling conditions which trigger innovation and
entrepreneurship elsewhere in the economy. Enabling conditions
are part of the external business environment within which
economic activity takes place, and are the result of actions
undertaken by governments, public institutions and those in
private sector.
ERT therefore advocates policies, at both national and European
levels, which help create conditions necessary to improve
European growth and jobs.


ERT today brings together around 45 chief executives and chairmen of major multinational companies of European parentage, covering a wide range of industrial sectors. Individuals join at the personal invitation of existing Members, which confers on ERT membership a personal rather than corporate character.

ERT Members meet twice a year, in person, at Plenary Sessions. At these Plenary Sessions, Members determine ERT’s work programme, set priorities and establish specialised Working Groups to work on them. Decisions are taken by consensus.

The ERT Chairman, two vice-Chairmen, the former ERT Chairman and five other elected Members form the Steering Committee. The Steering Committee reviews ERT activities and makes recommendations to the Plenary Sessions.

Each ERT Member nominates an Associate to act as a main point of liaison at working level and to help implement the decisions taken by Members.

Much of the work is done by the Working Groups established by the Plenary Sessions. They are chaired by ERT Members and comprise Members, Associates and experts from the companies behind ERT Members. The Working Groups present proposals to the Plenary and take a leading role in the drafting of official ERT messages and positions.

The Secretary General is in charge of a small Secretariat based in Brussels, which coordinates projects, acts as a contact point, provides administrative support and publishes the ERT reports




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O .C .D .E .


Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico


O .C .D .E .


Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico
La creazione dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, da cui l'acronimo OCSE (o Organisation for Economic Co-operation and Development - OECD in sede internazionale), nasce dall'esigenza di dar vita a forme di cooperazione e coordinamento in campo economico tra le nazioni europee nel periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale. Tra gli obiettivi vi è soprattutto quello di usufruire al meglio degli aiuti statunitensi dell'European Recovery Program, meglio conosciuto come Piano Marshall. Nell'aprile del 1948 si giunge così alla firma di una prima convenzione per la cooperazione economica, entrata in vigore il 28 luglio 1948 e ratificata da 16 stati europei:
Austria Belgio Danimarca Francia Gran Bretagna Grecia Irlanda Islanda Italia Lussemburgo Norvegia Paesi Bassi Portogallo Svezia Svizzera Turchia

Mentre la Repubblica Federale Tedesca ne divenne membro solo dopo la fine del periodo di occupazione dei paesi alleati, e la Spagna vi aderì nel 1959.
La sede dell'organizzazione, inizialmente denominata Organizzazione Europea per la cooperazione economica (OECE) fu fissata a Parigi.



La cooperazione economica tra gli aderenti fu essenzialmente sviluppata attraverso una liberalizzazione dei rispettivi scambi, attuata puntando alla liberalizzazione degli scambi industriali e dei movimenti di capitali.
Nel 1950 in particolare i paesi membri dell'OECE diedero vita all'Unione Europea dei pagamenti (UEP) che introduceva un sistema di pagamenti multilaterali, permettendo una compensazione dei crediti in una moneta europea di uno stato membro verso l'altro.

Questo sistema si trasformò nel 1959 in un regime di piena convertibilità delle monete, con mutamento dell'UEP nell'accordo monetario europeo.

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