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PAOLO GASTALDO

domenica 20 dicembre 2009

La verità attraversa tre fasi:prima la si ridicolizza;poi ci si oppone violentemente;infine, la si accetta come ovvia.Schopenhauer

Questo film, diffuso fuori da ogni circuito legale o commerciale, può esistere soltanto grazie al sostegno delle persone che ne organizzano la diffusione o la proiezione. Non appartiene a noi, appartiene a tutti coloro che vorranno prenderlo per gettarlo fra le fiamme dei combattimenti.

Sulla servitù moderna è un libro e un film documentario di 52 minuti prodotti in modo del tutto indipendente da Jean-François Brient et Victor León Fuentes; il libro (e il DVD che contiene) è distribuito gratuitamente in alcune piazze alternative in Francia e in America Latina.
Il testo è stato scritto in Giamaica nell'ottobre 2007 e il documentario è stato ultimato in Colombia nel maggio 2009. Esiste in versione francese, inglese spagnola e italiana. Il film è stato elaborato a partire da immagini sottratte, principalmente da film di fiction e documentari. L'obiettivo centrale di questo film è quello di smascherare la condizione dello schiavo moderno nel quadro del sistema totalitario mercantile e di rendere visibili le forme di mistificazione che occultano questa condizione servile. È stato realizzato con l'unico scopo di attaccare frontalmente l'organizzazione dominante del mondo.

Avant Production

1/5

http://www.youtube.com/watch?v=G-3JPqxbDAw2/5

http://www.youtube.com/watch?v=PdUHsUrBkcg3/5

http://www.youtube.com/watch?v=OnXDAVTIjGM4/5

http://www.youtube.com/watch?v=FNJ9VXhwydA

5/5

http://www.youtube.com/watch?v=xv9y7-pz3zI


attivare i sottotitoli

playlist qui:

http://www.youtube.com/view_play_list?p=D7CF4932501587C3

sito web http://www.delaservitudemoderne.org


Sulla servitù moderna

L'obiettivo centrale di questo film è quello di smascherare la condizione dello schiavo moderno nel quadro del sistema totalitario mercantile e di rendere visibili le forme di mistificazione che occultano questa condizione servile.
È stato realizzato con l'unico scopo di attaccare frontalmente l'organizzazione dominante del mondo.
Nel'limmenso campo di battaglia della guerra civile mondiale, il linguaggio costituisce un'arma di prima scelta. Si tratta di chiamare veramente le cose con il loro nome e di far scoprire l'essenza nascosta di queste realtà tramite il modo in cui le nominiamo.
La democrazia liberale è un mito perché l'organizzazione dominante del mondo non ha nulla di democratico e neanche di liberale.
È quindi urgente sostituire il mito della democrazia liberale con la sua realtà concreta di sistema totalitario mercantile e di diffondere questo nuovo appellativo come una scia di polvere pronta ad incendiare le menti rivelando la natura profonda della presente dominazione.
Qualcuno spererà di trovare qui delle soluzioni o delle risposte pronte, tipo piccolo manuale Come fare la rivoluzione?
Non è questo il proposito del film.
Qui si tratta di fare la critica esatta della società che dobbiamo combattere. Questo film è prima di tutto uno strumento militante che ha vocazione di far riflettere il più gran numero di persone e di diffondere la critica ovunque non abbia accesso.
Le soluzioni, gli elementi di programma, vanno costruiti insieme. Ed è nella pratica, prima di tutto, che brillano alla luce del giorno.
Non abbiamo bisogno di un guru che ci venga a spiegare come dobbiamo agire. La libertà d'azione deve essere la nostra caratteristica principale. Quelli che vogliono rimanere schiavi aspettano l'uomo provvidenziale o l'opera che basterebbe seguire alla lettera per essere più liberi.
Di queste opere e uomini che si sono proposti di costituire l'avanguardia rivoluzionaria e condurre il proletariato verso la liberazione dalla sua condizione, ne abbiamo visti fin troppi nella storia del XX secolo.
I risultati da incubo parlano da sé.
Tra l'altro, noi condanniamo tutte le religioni perché generatrici di illusioni che ci permettono di accettare la nostra sordida condizione di dominati e mentono o farneticano su quasi tutto. Ma condanniamo anche ogni stigmatizzazione di una religione in particolare. Gli addetti del complotto sionista o del pericolo islamista sono delle povere teste mistificate che confondono la critica radicale con l'odio e il disprezzo. Non sono capaci di produrre che fango.
Se alcuni di loro si dicono rivoluzionari, è più in riferimento alle rivoluzioni nazionali degli anni 1930-1940 che alla vera rivoluzione liberatrice alla quale noi aspiriamo. La ricerca di un capro espiatorio in funzione della propria appartenenza religiosa o etnica è vecchia quanto la civiltà ed è solo il prodotto delle frustrazioni di quelli che cercano risposte rapide e semplici di fronte al vero male che ci opprime.
Non ci può essere ambiguità sulla natura della nostra lotta.
Siamo favorevoli all'emancipazione di tutta l'umanità, senza alcuna forma di discriminazione.
Tutto per tutti è l'essenza del programma rivoluzionario al quale noi aderiamo. I riferimenti che hanno ispirato questo lavoro e più in generale la mia vita sono espliciti in questo film: Diogene di Sinope, Étienne de La Boétie, Karl Marx e Guy Debord. Non li nascondo e non pretendo di aver inventato l'elettricità.

Mi si riconoscerà semplicemente il merito di essere riuscito a servirmene per illuminarmi.
Quanto a coloro che troveranno da ridire su questa opera perché non sufficientemente rivoluzionaria oppure troppo radicale o ancora troppo pessimista, propongano la loro visione del mondo nel quale viviamo.
Più numerosi saremo a diffondere idee e più la possibilità di un cambiamento radicale potrà emergere.
La crisi economica, sociale e politica ha sancito il fallimento del sistema totalitario mercantile. Una breccia è aperta.
Si tratta ora di infilarcisi senza paura, ma in modo strategico. Bisogna però agire velocemente perché il potere, perfettamente informato sullo stato della radicalizzazione della contestazione, prepara un attacco preventivo senza paragoni con quello che abbiamo conosciuto finora.
L'urgenza dei tempi ci impone quindi l'unità piuttosto che la divisione, perché ciò che ci unisce è molto più profondo di ciò che ci divide. È sempre molto facile criticare quello che fanno le organizzazioni, gli individui o i vari gruppi che invocano la rivoluzione sociale.
Ma in realtà, queste critiche partecipano della volontà di immobilismo che cerca di convincerci che niente è possibile.
Non dobbiamo sbagliare nemico. Le vecchie guerre intestine in campo rivoluzionario devono lasciar posto all'unità di azione di tutte le nostre forze.
Dobbiamo dubitare di tutto, persino del dubbio.

Jean-François Brient et Victor León Fuentes


La FANTASIA non li ha ANCORA seppelliti ma ci ha salvati.


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Intervista a Daniel Estulin

Oggi alle 17.01

Dal nome di un hotel di Oosterbeek, una piccola cittadina dei Paesi Bassi, dove fino a poco tempo fa si sono svolte le riunioni, l'omonimo Club Bilderberg ha riunito l'élite mondiale "in gran segreto" ogni anno dal 1954. Un gruppo ristretto di persone si è ritrovato annualmente per decidere il futuro politico ed economico dell’umanità. Daniel Estulin, giornalista investigativo spagnolo ha realizzato un'inchiesta sull'attività del Gruppo.

La copertina
Il libro, pubblicato fino ad oggi in Spagna, Portogallo, Bulgaria, Brasile, Olanda, Giappone, Usa, arriva anche in Italia: contiene foto degli incontri e vari documenti tra cui alcune lettere di invito alla riunione e liste dei partecipanti. E dal libro sarà realizzato anche un film a Hollywood: la Halcyon Company infatti, proprietaria dei diritti cinematografici della saga di Terminator, ha comprato i diritti del libro di Daniel Estulin e ha in programma di realizzare un film da 120milioni di dollari.

La riunione del Gruppo di quest'anno si è svolta in Grecia dal 14 al 17 maggio: il nostro paese era rappresentato da Tommaso Padoa-Schioppa, Mario Draghi, Romano Prodi, Franco Bernabè, John Elkann. E l'autore dell'inchiesta Daniel Estulin, in Italia per presentare l'ultima versione del suo libro, sceglie Affaritaliani.it per svelare i retroscena degli incontri del Club.

Nel suo libro ha scritto che l'obiettivo della riunione 2009 del Club è stato quello di trasformare l'Unione Europea in un governo multinazionale. Pensa che questo sarà davverò realizzato?
"E' stato approvato il trattato di Lisbona. Esiste di fatto una dittatura europea di un gruppo di persone le cui decisioni non sono appellabili da nessuno".

Esistono degli obiettivi del Club che sono stati realizzati nel corso degli anni?
"Si, esistono. Per esempio la guerra in Iraq, progettata a maggio del 2002 per febbraio-marzo del 2003; il prezzo del petrolio, salito da 20 a 100 dollari al barile dal 2002 al 2007 e ancora da 100 a 150 dollari al barile dal 2005 a metà 2008. Oppure l'implosione dei prezzi delle case nel 2006 o la guerra in Kosovo nel 1996".

Come è cambiata la funzione del Club nel corso degli anni?
"Dalla caduta del Comunismo il Club Bilderberg ha incluso personalità provenienti dai paesi del Patto di Varsavia mentre prima il Gruppo si basava sull'alleanza della Nato".

Le riunioni del Gruppo hanno una connotazione politica? Se si, a destra o a sinistra? Ed è cambiata nel corso degli anni?
"Il gruppo è formato da personalità che hanno una visione globale e di conseguenza imperialista, come se fossero costruttori di un impero. Un impero costruito alle spese delle varie repubbliche nazionali. Non ci sono connotazioni politiche, né di destra né di sinistra: è applicato il concetto di sinarchia internazionale (un ipotetico governo occulto planetario, o "governo ombra", che gestisce invisibilmente le trame della politica e dell'economia mondiale e che decide i destini dell'umanità, ndr)".

Quali sono i paesi che hanno maggiore influenza all'interno del Club?
"Ovviamente gli Stati Uniti: un terzo dei delegati proviene infatti da questo paese. A parte gli Usa, anche la Gran Bretagna e la Germania sono ben rappresentati. L'Italia ha una forte rappresentanza attraverso le antiche famiglie italiane, come gli Agnelli che sono oggi rappresentati da John Elkann".


Daniel Estulin
Secondo lei qual è il ruolo dell'Italia nel Club? E' cambiato nel corso degli anni?
"L'Italia è l'epicentro del potere del Club attraverso la nobiltà veneziana. La regina di Inghilterra, il membro più influente del Gruppo, appartiene infatti per discendenza ai Marchesi d'Este di Venezia".

C'è qualcosa che avrebbe voluto scrivere nel libro e non ha fatto?
"Se si riferisce alla censura, no non c'è: ho scritto tutto quello che volevo nell'edizione inglese del libro. La versione italiana è la diretta traduzione di quella inglese. In Spagna invece il mio editore, Planeta, mi ha vietato di menzionare i reali di Spagna e il loro ruolo all'interno del Club. Sono stato lasciato invece più libero di parlare di altre cose. Ho seguito queste indicazioni anche se quando il libro è uscito ho pubblicamente criticato il ruolo della famiglia reale spagnola nel Club".


Chi c'era?
Famiglie reali europee
Alla conferenza di quest'anno era presente la Regina Beatrice d'Olanda, che non a caso è l; maggiore azionista privata della Royal Dutch Shell, una delle più grandi multinazionali del mondo È stata raggiunta da uno dei suoi tre figli, il principe Constantijn, che è stato anche presente all; riunione. Il principe Constantijn ha lavorato con il Commissario Europeo olandese per l'EU, oltre ad essere stato un consulente di politica strategica per la Booz Allen & Hamilton di Londra, un; delle maggiori società di consulenza strategica e tecnica nei settori dell'analisi economica e azien dale, dell'analisi dell'intelligence e delle operazioni e della tecnologia dell'informazione, oltre ; molti altri campi. Il principe Constantijn è stato inoltre un ricercatore per la RAND Corporatior in Europa.Tra i reali presenti c'era anche il principe Philippe del Belgio e la regina Sofia di Spagna.

Le banche private
David Rockefeller, ex direttore generale e presidente della Chase Manhattan, ora JP Mor gan Chase e membro fondatore del Bilderberg; Josef Ackermann, amministratore delega to della Deutsche Bank, direttore non-esecutivo della Royal Dutch Shell, vice presidente del la Siemens AG; Roger Altman, sottosegretario al tesoro sotto la presidenza Clinton; Tom maso Padoa-Schioppa, banchiere ed economista italiano ed ex ministro dell'economia • delle finanze in Italia; W. Edmund Clark, presidente e direttore generale del TD Bank Fi nancial Group, membro del consiglio di amministrazione del C.D. Howe Institute, un promi nente think tank canadese; e Indira Samarasekera, presidente dell'università di Alberta che fa parte anche del consiglio della Scotiabank, una delle maggiori banche canadesi.

Le banche centrali
GeorgiosA.Arapoglou governatore della Banca Nazionale della Grecia; Mario Draghi, gover nature della Banca d'Italia., il presidente della Banca Europea degli Investimenti, James Wolfensohr ex presidente della Banca Mondiale; Nout Wellink, facente parte del consiglio della Bank for Inter national Settlements (BIS) [Banca dei Regolamenti Internazionali, BRII e Jean-ClaudeThIchet, presi dente della Banca Centrale Europea.

L'amministrazione Obama
L'amministrazione Obama è stata ampiamente rappresentata alla riunione del Bilderberg di quest'anno.Tra i presenti c'erano Keith B.Alexander, tenente generale dell'esercito americano e direttore della National Security Agency; Timothy Geithner, segretario al tesoro USA ed ex presidente della Federal Reserve di New York; Richard Holbrooke, inviato speciale dell'amministrazione di Obama per l'Afghanistan e il Pakistan; il Generale James Jones, consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti; Henry Kissinger, l'inviato speciale di Obama in Russia, membro da lungo tempo del Bilderberg ed ex segretario di stato e consigliere per la sicurezza nazionale; Dennis Ross, consigliere speciale per il Golfo Persico e l'Asia sud-occidentale per il segretario di stato Hillary Clinton; David Patraeus, Comandante del CENTCOM (il Comando Centrale USA in Medio Oriente); Lawrence Summers, direttore del National Economic Council della Casa Bianca, ex segretario del tesoro durante l'amministrazione di Clinton, ex presidente dell'università di Harvard, ex capo economista della Banca Mondiale; Paul Volcker, ex governatore del Federal Reserve System e presidente dell'Economic Recovery Advisory Board di Obama; Robert Zoellick, ex presidente della Goldman Sachs ed attuale presidente della Banca Mondiale; e il sotto segretario di stato James Steinberg.

Altri nomi illustri
Erano presenti il Visconte Étienne Davignon, ex vice presidente della Commissione Europea e presidente onorario del Gruppo Bilderberg; Francisco Pinto Balsemào, ex primo ministro del Portogallo; Franco Bernabè, direttore della Telecom Italia e vice presidente della Rothschild Europe; Cari Bildt, ministro degli esteri della Svezia; Kenneth Clarke, segretario ombra degli affari nel Regno Unito; Richard Dearlove, ex capo dei servili segreti britannici (MI6); Donald Graham, direttore della Washington Post Company; Jaap De Hoop Scheffer, segretario generale della NATO; John Kerr, membro della Camera dei Lord britannica e vice presidente della Royal Dutch Shell; Jessica Matthews, presidente del Canergie Endowment for International Peace; Richard Perle dell'American Enterprise Institute; Romano Prodi, ex presidente del consiglio italiano; John Elkann, azionista e vicepresidente della FIAT; J. Robert S. Prichard, direttore generale della Torstar Corporation e presidente emerito dell'università di Toronto; Peter Sutherland, ex direttore generale dell'Accordo generale sulle tariffe doganali e il commercio (GATT), primo direttore dell'Organizzazione mondiale del commercio (VVTO) ed attuale presidente della British Petroleum (BP) e della Goldman Sachs International; PeterThiel, del consiglio di amministrazione di Facebook; Jeroen van derVeer, direttore generale della Royal Dutch Shell; Martin Wolf, editore associato e commentatore economico capo del quotidiano Financial Times.

Conclusione
Ovviamente, il Bilderberg sta sfruttando al massimo l'attuale'crisi finanziaria per ottenere i propri obiettivi: la creazione di un ministero globale del tesoro e una banca unica mondiale, probabilmente entrambi rientranti nelle funzioni del Fondo Monetario Internazionale. Vista l'importanza della rappresentanza dell'amministrazione Obama alla riunione di quest'anno, si può pensare che le politiche economiche americane per fronteggiare la crisi, siano decise da questa elite di potere, e ne servano gli interessi; stessa cosa si può dire per la politica estera statunitense, in particolare per ciò che riguarda il Pakistan e l'Afghanistan.



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