per vedere le opere di paolo gastaldo clicca qui:

per vedere le opere di paolo gastaldo clicca qui:
PAOLO GASTALDO

lunedì 11 gennaio 2010

denunciamo l'oligarchia massonica


Sotto sotto c’è sempre un fratello, o no?
9 marzo 2010
By admin
di Marco Stefano Vitiello

Che il nostro Paese sia ricco di dietrologi e tuttologi è cosa nota e non sorprende che anche nel caso Mokbel sia spuntata fuori una traccia di presunti intrighi che si sarebbero sviluppati all’interno di ambiti massonici.

In una delle intercettazioni telefoniche, Mokbel dice un amico: «Alle 4 e mezzo aspetto un 33˚ grado» e il Ros dei Carabinieri annota il «particolare interesse della telefonata in relazione all’adesione di Mokbel a una loggia massonica».
L’inquisito poi si vanta: «Mio cognato è il più alto in grado, ha fatto il costruttore di una famiglia importante Scarozza-Finocchi, l’ex capo del Sisde».

Chi conosce un po’ la Massoneria sa bene che argomenti del genere emergono ciclicamente e puntualmente da quando Licio Gelli costituì la famigerata Loggia P2, definita da Massimo Teodori (membro della commissione parlamentare d’inchiesta), «un’organizzazione per delinquere interna alla classe dirigente». E aggiungeva «La posta in gioco per la P2 è stata il potere e il suo esercizio illegittimo e occulto con l’uso di ricatti, di rapine su larga scala, di attività eversive e di giganteschi imbrogli finanziari fino al ricorso alla eliminazione fisica».

Giova ricordare che quella associazione aveva tra i 932 iscritti: 44 parlamentari, 2 ministri dell’allora governo, un segretario di partito, 12 generali dei Carabinieri, 5 generali della Guardia di Finanza, 22 generali dell’Esercito Italiano, 4 generali dell’Aeronautica Militare, 8 ammiragli, vari magistrati e funzionari pubblici, i direttori e molti funzionari dei vari servizi segreti, diversi giornalisti ed imprenditori.

Da allora e nonostante ogni sforzo per dissociarsi da quella organizzazione criminale, la Massoneria è stata sempre associata al malaffare, alla criminalità organizzata e alla corruzione politica ed economica.

Va anche detto che la Massoneria (come scritto sulla pagina di Wikipedia) “trova la sua legittimazione in primo luogo nell’articolo 18 della Costituzione della Repubblica Italiana, che riconosce e tutela la libertà d’associazione, e prevede che i cittadini abbiano il diritto di associarsi, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalle leggi; se il fine è lecito, ne consegue la liceità dell’associazione. Il medesimo articolo, al comma secondo, vieta le associazioni segrete; quali associazioni siano da intendersi segrete è stabilito dalla legge numero 17 del 25 gennaio 1982 sulle associazioni segrete, la cosiddetta legge Spadolini-Anselmi. In base a tale legge, segreta non è l’associazione che mantenga la riservatezza sugli iscritti, ovvero custodisca segreti iniziatici, bensì quella che, anche all’interno di associazioni palesi, occultando la propria esistenza, ovvero tenendo segrete finalità ed attività sociali, tenendo sconosciuti i soci, anche in parte e reciprocamente, svolga attività diretta ad interferire sull’esercizio delle funzioni di organi costituzionali, di pubbliche amministrazioni, di enti pubblici ovvero di servizi pubblici essenziali d’interesse nazionale. Quindi, la fattispecie criminale è precisa e rappresenta condotte differenti dall’autentico lavoro massonico.”

Come ogni altra associazione italiana, la Massoneria non è affatto esente da gravissimi inquinamenti, molto spesso ad opera di eccellenti millantatori che accreditano conoscenze e poteri che, nella realtà dei fatti, sono molto più banalmente riconducibili a legami di ben altra natura e che ricadono esattamente nei rigori della legge numero 17 del 25 gennaio 1982.

Nel caso in questione, Gennaro Mokbel parrebbe aver cercato la “scorciatoia” massonica per ottenere migliori e più rapidi risultati per i suoi progetti.

Al riguardo, preoccupa molto la sottovalutazione mediatica delle relazioni di Mokbel con noti e conclamati malavitosi come Carmine Fasciani, indiscusso boss di Ostia, dal quale, come ha accertato il Ros « ha ricevuto l´assicurazione di poter svolgere in modo indisturbato la campagna politica nella zona di Ostia».

Sarebbe interessante sapere a quali politici si fa riferimento e in che misura “Don Carmine” , pur essendo in carcere dal 2001, ha avuto ed ha ancora un ruolo nelle vicende politiche ed economiche del Litorale Romano.

Proprio oggi, alle prime luci dell’alba, i Carabinieri di Ostia, a seguito di una richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e su disposizione del Tribunale di Roma, hanno sequestrato beni immobili e attività commerciali (appartamenti, ville, un supermercato, una lavanderia, pizzerie, box auto, quote di società che gestiscono un’autofficina, due ristoranti e varie autovetture) per un valore complessivo non inferiore a una decina di milioni di euro, intestati ad affiliati e prestanome vicini a Carmine Fasciani.

Insomma, un indiscusso boss della malavita romana, un faccendiere inquisito, un giro miliardario d’affari illeciti, oscure campagne politiche e, per non farci mancare nulla anche la massoneria e i servizi segreti. Di fare più puntate di Blu Notte!

@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@




Il piano riforme è quasi pronto ...
niente processi, meno tasse per i ricchi,
dittatura costituzionale
Ieri alle 20.32

Lentamente il piano del governo o meglio del suo capo indiscusso, il cavaliere senza un dente ormai, prende forma per cio' che concerne le tanto sospirate riforme. Le priorita' sono ora due: la giustizia in primo luogo, la pressione fiscale subito dopo ed alla fine lo stravolgimento della costituzione. Magari domani ne saltera' fuori un'altra perche' questa maggioranza vive non su un programma ben definito (se si escludono le leggi razziali, il pallino della Lega), ma sulle proposte che ogni tanto sforna a seconda del momento e di cosa gli passa per la testa.
La riforma della giustizia consiste, ormai e' noto a tutti, in due o tre provvedimenti che avranno l'unico obiettivo di tenere lontano dalle aule di giustizia Silvio Berlusconi, costi quel che costi anche se questo volesse dire la non celebrazione di centinaia di processi. A differenza dei precedenti lodi, Schifani e Alfano, l'azione legislativa del governo e' di tipo avvolgente con diversi provvedimenti in modo da mettersi al riparo da eventuali annullamenti per incostituzionalita'. Insomma una riforma della quale il primo a beneficiare sara' proprio il presidente del consiglio.
Il secondo punto e' la questione della pressione fiscale. E' da quando Berlusconi e' sceso in politica, circa 16 anni fa, che sbandiera ai quattro venti l'abbattimento delle tasse, ma sono altrettanti anni che questo progetto e' sistematicamente bloccato da Tremonti a causa della sciagurata gestione del debito pubblico da parte del centro destra. Anche in questa legislatura Berlusconi a company hanno preso in mano il paese con un debito che era appena sotto il 3% del PIL portandolo in solo 20 mesi sopra il 5%, niente male per una maggioranza che aveva fatto del contenimento della spesa pubblica una vera e propria bandiera in campagna elettorale. Per la terza volta il cavaliere ci riprova a ridurre le tasse e questa volta sembra che anche Tremonti non si opponga. Finalmente diranno gli italiani. Ma per smorzare gli entusiasmi basta analizzare la proposta di Berlusconi di portare l'Irpef a solo due aliquote: una al 23% ed una al 33%. Allora vediamo quali sono le aliquote ad oggi: 23% per redditi fino a 15.000 euro, 27% per redditi da 15.000 e 28.000 euro, 38% per redditi da 28.000 a 55.000 euro, 41% per redditi da 55.000 a 75.000 euro, 43% per redditi superiori a 75.000. Chi ci guadagnerà allora nel ricondurre tutto a due sole aliquote ? Sicuramente i redditi più alti e quindi, guarda caso, ancora una volta lui .... il buon Silvio.
Il terzo argomento delle riforme riguarda la costituzione. Ed anche questo è un argomento ben conosciuto, considerato che già alla fine della precedente legislatuta Berlusconi e Bossi ci avevano provato. L'obiettivo in questo caso è limitare l'azione del parlamento e amplificare i poteri del presidente del consiglio in modo da renderlo una specie di dittatore costituzionale con potere per esempio di sciogliere le camere a proprio piacimento.
Ecco quindi che il piano delle riforme prende forma: niente processi, pagare meno tasse, governare senza l'impedimento del parlamento. Oddio il parlamento anche in questa legislatura non è fonte di grossi problemi per il cavaliere. Il più grande partito dell'opposizione, il Partito Democratico, ha altre questioni più importanti di cui occuparsi. Ci sono le elezioni regionali fra poco e mentre Berlusconi, spartisce le candidature fra Lega e Pdl senza che nessuno alzi più di tanto la voce, il Pd è nel caos più assoluto con l'obiettivo di fare fuori anche alle amministrative quel pò di sinistra che ancora esiste. Emblematico il caso Puglia, dove Vendola ha governato bene, ma poichè non fa parte del Pd è necessario farlo fuori sfuggendo anche alle primarie tanto sventolate come atto di democrazia da qualche tempo a questa parte. E così in Puglia si propone un'alleanza con l'Udc di Casini, il partito che, mostrando una coerenza incommensurabile, nel Lazio si presenza insieme al Pdl. Come dire ... per una poltrona si fa questo ed altro.

Fonte: http://senzapelisullatastiera.blogspot.com/2010/01/il-piano-riforme-e-quasi-pronto-niente.html